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IO SONO ELISA

campagna-disagio-elisaIl disagio psichico ha tante facce: io sono Elisa.

Avevo tutto, la mia famiglia, un buon posto di lavoro, una casa dove ho trascorso tanti anni della mia vita. Poi mio marito è cambiato, mi sono separata, i figli erano grandi e io mi sono ritrovata sola in un posto che non riuscivo a sentire più come mio, in un ambiente in cui gli uomini sono insistenti e possessivi. Pur essendo in Italia da tanti anni, sentivo la nostalgia del mio paese e della mia famiglia d’origine, e così mi sono licenziata e ho seguito quel richiamo.

Purtroppo, sbagliando. Nemmeno nel mio paese mi sentivo a casa, non riuscivo a trovare il mio posto nel mondo, anche se avevo ripreso a lavorare e ritrovato i miei amici, mi mancavano i miei figli. Ero tormentata dall’indecisione e così dopo 2 anni ho lasciato tutto e sono tornata in Italia, fragile e confusa per questa mancanza di identità.

Ho provato a dare all’amore una seconda opportunità, però mi sono resa conto che l’uomo di cui mi ero innamorata era troppo diverso da me e mi chiedeva di cambiare, non c’era futuro per noi, non mi capiva, cercava di manipolarmi, mi controllava, e mi ha indotto paure profonde, ossessioni senza alcuna ragione di esistere, che mi hanno fatta cadere in uno stato di forte disagio.

Quando sei fragile cerchi sostegno negli altri e purtroppo c’è anche chi approfitta di questa debolezza per provare a trasformarti e a farti diventare come vorrebbe, senza alcun rispetto per la tua persona.

Ho fatto scelte sbagliate nella mia vita, dall’amore al lavoro, di cui mi sono rimproverata e tormentata a lungo.

Dopo un periodo di disagio che mi ha portata a isolarmi nel mio mondo fatto di fissazioni, ansie e paure, ho scelto di chiedere aiuto e, solo a seguito di questa richiesta, sono riuscita a risollevarmi dalla situazione in cui ero precipitata.

Appoggiarsi a persone competenti, capaci di ascoltare e di alimentare la fiducia, è stato per me fondamentale.

Ho trovato professionisti capaci di comprendermi e sostenermi: io stavo annegando e la mia psichiatra mi ha tirata su con tutt’e due le mani, ascoltandomi e aiutandomi a scavare in profondità al di là dei miei vaneggiamenti, cercando di far emergere la causa dei miei disagi. Sentire che questa persona si interessava veramente a me, sentirla sempre dalla mia parte, mi ha fatto riprendere il controllo di me stessa. Se si rimane in superficie non si guarisce mai.

Diventare nonna ha riacceso un sentimento di amore molto forte e una tenerezza infinita.

Familiari e amiche mi sono stati sempre molto vicini, hanno rispettato il mio dolore con discrezione; hanno accettato le mie stranezze mantenendo un atteggiamento positivo, continuando a volermi bene e a incoraggiarmi. Hanno dimostrato fiducia in me, tanto da non mettere in dubbio nemmeno la possibilità di lasciarmi i nipoti.

Non mi sono mai sentita discriminata: chi mi vuole bene ha atteso con sollecitudine e rispetto che stessi meglio.

Siamo tutti fragili e, nel corso della nostra vita, abbiamo tutti bisogno di un supporto: senza vergogna chiediamo aiuto perché è da questa richiesta che parte il percorso interiore che ti permette di guarire.

Oggi mi sento una persona ben inserita in questo paese, mi piace la cultura italiana, il modo di parlare, il calore e la delicatezza nei rapporti umani, e mi sento italiana anch’io.