Viaggi della Memoria 2023: visita a Sonnenstein per ricordare le vittime con disabilità

Si conclude una nuova edizione de i Viaggi della Memoria, che hanno portato studentesse e studenti, anche con disabilità, delle scuole di Reggio Emilia nei luoghi dove il Novecento ha scritto pagine indelebili.

Quest’anno il percorso comprendeva la visita al Castello di Sonnestein, vicino a Pirna nella Germania Orientale, dove vennero deportate le persone con disabilità.

Pirna fu per molti versi la prova generale della soluzione finale. Il campo di Sonnenstein rappresentò il centro di sterminio per il programma Aktion T4, che portò all’eliminazione di oltre 400mila persone tedesche considerate “difettose” perché con disabilità, omosessuali, malate croniche o ritenute una minaccia per la purezza della razza.

Dal 1991 la città di Pirna ha promosso la creazione di un memoriale per le vittime, visitato proprio durante i Viaggi della Memoria verso Praga-Terezin. Gli alberi colorati dell’ultima foto rappresentano delle croci che ricordano le vittime di Pirna e segnano un lunghissimo sentiero lungo tutto il centro di sterminio. 

I Viaggi della Memoria sono organizzati da Istoreco, firmatario anche del Tavolo Interistituzionale Reggio Emilia Città Senza Barriere, che ogni anno è attivo per rendere indelebile il passato.

Davanti al memoriale i ragazzi e le ragazze delle scuole hanno condiviso pensieri ed emozioni suscitate dalla visita:

“Più che “esperienza” il Viaggio della Memoria è una formazione ed educazione che riguarda i sentimenti ma soprattutto la realtà; una realtà che non si comprende realmente finché non si mette piede e non si calpesta il terreno su cui sono stati commessi quegli atti disumani.

È difficile potersi immedesimare nelle persone che si trovavano in quel luogo e provare a sentire ciò che hanno provato ma sicuramente la tristezza, l’angoscia, l’ansia, ti restano dentro per sempre dopo questo viaggio.

Vedere tombe, campi immensi ricoperti di lapidi, disegni di bambini che avrebbero dovuto unicamente divertirsi ed essere spensierati, che avrebbero dovuto avere il diritto di vivere come stiamo vivendo tutti noi, la nostra felicità, la nostra tristezza, i primi amori, le prime delusioni, tutto questo e molto altro gli è stato tolto, e l’unica “colpa” che avevano era quella di essere nati nella “famiglia sbagliata”.

Pensare che ci siano state delle persone che sono sopravvissute ti fa riflettere sul tipo di forza che abbiano potuto avere, è assurdo.”